venerdì 26 ottobre 2012

Dead Nation e l'inadeguatezza dell'etica postmoderna

Dead Nation (Housemark 2010)


Come sarà capitato sicuramente anche a voi, in redazione abbiamo affrontato la questione approfonditamente più volte e siamo sempre giunti alla stessa conclusione: gli zombie mettono d'accordo tutti. Nessuna incertezza, nessuna pietà, nessuna remora: lo sterminio di questi non-esseri è cosa buona e giusta. E' un bene etico a cui l'umanità dovrà e potrà tendere quando l'epidemia degli zombie inizierà a diffondersi. Ed è bene che ve lo ricordiate. Soprattutto, in una società postmoderna in cui tendiamo a giutificare tutto e tutti, a concedere sempre la seconda chance, a condannare sempre e solo dopo tre gradi di giudizio.

In una società dove non esistono più le classiche dicotomie di giusto/sbagliato, bene/male, dentro/fuori, notte/giorno. Lo zombie si erge a figura salvifica. Agnello sacrificale per la rinascita etica della nostra società. Housemark ha ben capito questa deriva morale della società contemporanea e ha cercato di porvi rimedio con un titolo semplice, forse non brillante per originalità e innovazione,  ma certamente divertente, esemplare e moralmente dalla parte del giusto. Dead Nation.

Orda di morti viventi in arrivo.
Uno sparatutto isometrico classico, ma molto ben realizzato. Dieci livelli in cui vi spostate tra i resti decadenti di città, parcheggi, tetti, e quartieri che sono diventati il parco giochi di un'orda infinta di morti-viventi. Una dotazione armi limitata, ma che vi farà sicurmente divertire. Angoscianti, alcune aree delle mappe in cui sembra che tutto sia perduto e che l'unica cosa che possiate fare sia sparare all'impazzata.
Veramente suggestiva ed interessante la decisione di limitare la visibilità nel gioco al solo cono di luce della vostra torcia (e dei pochi lampioni ancora funzionanti sulla mappa). Come ad indicare che nel momento dell'invasione epidemica, l'unica cosa che portà aiutarvi sarà il vostro lume della ragione o la vostra luce interiore (a seconda di come vogliate porvi).

La mia strategia di gioco preferita? Pavoneggiarmi in una zona densamente popolata da zombie, farmi notare ed indietreggiare lentamente per permettere alla massa di zombie di ammassarsi sempre più, nel tentativo di raggiungermi. Selezionare lo shotgun e fare fuoco fino ad esaruimento scorte. Brandelli di carne-zombie putrida che si sparge un po' ovunque. "Spettacolo raccapricciante" direte voi?! Forse. Ma non pensiate che in quei momenti di disperazione e lotta per la sopravvivenza, potrete permettervi di giudicare così alla leggera chi riuscirà a trovare un minimo di soddisfazione nel disperato tentativo di riemergere dal baratro.

Uccidere gli zombie collaborativamente è più divertente che da soli
Ricordate. I morti viventi non hanno volontà, non hanno identità, non hanno razionalità. I morti viventi deambulano, i morti viventi si aggregano per inerzia, i morti viventi hanno sempre fame. Ma soprattutto, i morti viventi sono dannatamente contagiosi. Inoltre, i morti-viventi sono già morti una volta (e quello era il passo più traumatico per loro): non soffriranno nel morire una seconda volta. I morti-viventi rappresentano un abominio della natura: contemporaneamente vivi e morti, ma nè l'uno nè l'altro. Nè carne, nè pesce (e se esistessero il casce od il perne dovremo sicuramente porvi rimedio). Il morto vivente rappresenta il grido della natura affinchè si ristabilisca il giusto ordine delle cose.

Non esitate. State facendo la cosa giusta.

1 commento:

  1. oh giusto per chiarire e per scaricarci da qualsiasi responsabilità...se la settimana prossima vi ritrovate a qualche festa di halloween in cui si aggirano degli zombie...prima di sparare assicuratevi che non siano dei tizi mascherati.

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