martedì 2 ottobre 2012

Shadow of the Colossus e il grido del piccolo commerciante.

Shadow of the Colossus (Sony 2005)



Shadow of the Colossus è un titolo che commuove come pochi altri. L'avventura di Wander, un giovane commerciante che insieme al suo socio in affari Agro cerca di combattere contro i nuovi giganti della grande distribuzione, è poesia pura, oltre che un grido d'allarme sociale.

Il giovane cavaliere (notare come il piccolo commerciante viene accostato ad una nobile figura ormai scomparsa), consapevole di non poter più sostenere economicamente la sua famiglia (la ragazza senza vita che riposa nel tempio) decide di dare battaglia ad un nemico impari, i colossi del titolo, maestose creature di stazza e potenza incommensurabili. Essi ovviamente rappresentano i nemici naturali dei comercianti: i supermercati, i megastore, i vari truniworld.
In una terra di nessuno, vasta e bellissima, dotata di bellezze architettoniche uniche e paesaggi mozzafiato, ma abitata solo dai colossi e da pochi altri esserini (a sottolineare la solita assenza di istituzioni), Wander si aggirerà con il suo fedele socio in affari, unico in grado di sostenerlo anche nei momenti più difficili, nella disperata missione di eliminare i colossi. Farlo sarà difficile, sia da un punto di vista di puro scontro (la differenza di stazza è spiazzante), tanto moralmente: ad ogni colosso abbattuto, si fanno strada dentro di noi il dubbio e l'incertezza. È giusto eliminare creature tanto maestose? È giusto distruggere tanti posti di lavoro?
Il piccolo comerciante, a sinistra, oppresso dai grandi gruppi
Non ci sarà spazio per i ripensamenti: il tengo famiglia sarà per Wander l'unica propulsione morale.
Inutile dire che il tutto culminerà nella beffa: Wander eliminerà tutti i colossi, ma senza rendersi conto l'essenza di grandeur presente in essi si impadronirà di lui, trasformando anche il piccolo commerciante in un mostro non meno gigantesco di quelli che sperava di aver distrutto. Infatti, la lotta tra piccolo commerciante e grandi distribuzioni è impari, e il gioco sottolinea che l'unica concorrenza possibile è quella che punta al monopolio, passando necessariamente per il gigantismo.
Almeno la ragazza, e dunque la famiglia, è salva, ma a che prezzo? Wander è ormai diventato il seme di un nuovo tipo di commercio dal volto ancor meno umano, che non si cura delle conseguenze delle sue azioni e non avrà più la possibilità di godersi le gioie familiari a causa degli impegni di lavoro.
La ragazza, ci chiediamo, vorrà seguire le orme di Wander o preferirà prendere altre vie? Perseguirà nel gigantismo o troverà la forza di sviluppare un nuovo commercio dal volto più umano? Il candore della giovinetta, il finale assolato, la natura incontaminata del finale ci avvolgono, lasciandoci con la sensazione che poter sperare in un domani migliore sia già qualcosa.

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