giovedì 13 dicembre 2012

Rainbow Six 3 - Consigli tattico militari

Rainbow Six 3 (Ubisoft, 2003)



Sono tempi bui. Tempi dove l’economia è colata a picco e, in alcuni casi, la dignità umana con lei. Di pari passo alla dignità umana si è schiantata al suolo anche la richiesta di lavoro: infatti la prima tende a scendere con la mancanza del secondo.
In momenti come questi bisogna inventarsi qualcosa per raccimolare il vil denaro. Modi fantasiosi: del resto, come si dice, la crisi crea opportunità.
Voglio quindi parlarvi di Tony Ashcroft, un precursore della sopravvivenza alla crisi finanziaria, talmente precursore che la sua vicenda si svolge nel 2004, prima dell’inizio della crisi. Perlomeno dalla grande crisi. Quando ancora spopolavano le console della vecchia generazione come Ps2 ed Xbox (senza 360).

martedì 11 dicembre 2012

Red Dead Redemption, la fine del mondo e la fine del gioco

Red Dead Redemption (Rockstar 2010)



Già parlando di Skyrim credo di aver espresso il senso di angoscia che provo quando gioco ad un free roaming (quei giochi, in voga ormai da anni grazie principalmente ai vari Gran Theft Auto, che consentono di vagare per vasti territori senza una meta precisa, al di là delle reali necessità della trama principale).
Non mi esaltano, i free roaming.
Ma Red Dead Redemption... è magnifico. Insomma, vagare per una città non ha molto senso (a me pestare le prostitute non diverte, vabbene?), ma quando si tratta del selvaggio west, allora tutto torna. Il cliché. Continuo. Reiterato. Abbondante. Rende il gioco commovente. Sta per succedere qualcosa e tu già sai come si svilupperà, perchè hai visto i film di Sergio Leone e di John Ford. L'eroe riluttante, i passati oscuri, il futuro da scrivere, l'irlandese ubriacone, il cercatore di tesori pazzo (e necrofilo), i fuorilegge, i messicani, le puttane, i bari... e  sparatorie, duelli, poker, cavalli e l'immancabile pioggia di piombo. Tutto. C'è tutto. Sei lì che giochi e dici "adesso succede così e così". E succede. Un copione già scritto, che comunque trasmette una drammaticità totale (e infatti fin dall'inizio si prevede come andrà a finire).
Perchè siamo di fronte ad un gioco tragico. Una tragicità a diversi livelli.

venerdì 7 dicembre 2012

Karate Champ - Il coraggio del diverso

Karate Champ (Data East, 1984)



Nel lontano 1984 si affaccia nelle sale giochi di tutto il mondo Karate Champ, uno dei primissimi picchiaduro della storia. Quel genere di giochi che hanno una visuale laterale, dove due tizi, non si capisce bene per quale motivo, si massacrano di botte sino allo svenimento di uno dei due.
In Karate Champ i combattimenti hanno persino uno scopo. È evidente che la causa scatenante delle risse è sempre una ragazza vestita con gli indumenti tipici del paese che ospita la sfida. Risulta quindi chiaro che sia il karateka in kimono bianco sia il karateka in kimono rosso sono due erotomani che girano il mondo con l’intenzione di andare a letto con più donne possibili.

Karate Champ, pur essendo ricordato con piacere da tanti videogiocatori,  non viene mai citato tra i grandi picchiaduro, nonostante sia uno dei capostipite del genere. Che la causa principale sia l'inusuale sistema di controllo composto da 2 manopole e nessun pulsante?

lunedì 3 dicembre 2012

Mass Effect - Chi di offerta ferisce di cofanetto perisce

Mass Effect trilogy (Bioware, 2012)



Oggi non si parlerà prettamente di un videogioco, ma delle strane situazioni della vita che possono portarti al non-acquisto di un titolo seppur contro la tua volontà. Già mi viene una lacrima al solo pensiero che qualcuno debba rinunciare, qualsiasi sia il motivo, ad un bene primario come un prodotto videologico di pregevole fattura. Le lacrime sono poi inarrestabili se penso che quella persona sono io.

Ultimamente le case produttrici di videogiochi hanno scoperto quanto sia redditizio reinserire sul mercato giochi già usciti sul mercato anni prima o, come nel caso di Mass Effect, riunire tutti e tre i titoli della serie e venderli in una simpatica scatoletta.
Non vedevo affari così convenienti dai tempi in cui il pazzo che girava con due fustini di detersivo proponeva di scambiarlo con un singolo fustino di Dixan. Due fustini al posto di uno? Chi è quel folle che non accetterebbe un'offerta simile? Io di sicuro avrei accettato.

Questo genere di cofanetti si stanno moltiplicando. Probabilmente la cosa è piuttosto redditizia per le software house: il prodotto è già stato realizzato anni prima, quindi il costo di produzione è vicino a zero e si sfrutta la possibilità del rilancio.

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