lunedì 24 giugno 2013

All'origine dell'orrore: Dark Castle

Dark Castle (Silicon Beach Software 1986)


 



- Aveva tirato le somme e aveva giudicato. "L'orrore!" - Joseph Conrad, Cuore di tenebra

I lettori più attenti di Spielmechanik sanno già del terribile maleficio che incombe sul povero von Morgen, afflitto da crudele emetofobia fulminante (nausea) ogni qualvolta gioca un FPS.
Ma se non l'ho mai additato con il tipico Ha-Haa di Nelson Muntz il motivo è presto detto. Anche io negli anni ho preso coscienza del lato fragile della mia personalità videoludica: io letteralmente crollo, fisicamente e psicologicamente, ogni qual volta mi cimento in un qualsiasi survival horror

Metro 2033.. ansia!
Al termine di ogni partita a Metro 2033 sono dovuto correre alla finestra a prendere una boccata d'aria, pur di liberarmi della opprimente claustrofobia post apocalittica in cui è ambientato il gioco. Tutto ciò è stupendo.
Le notti di sonno degli ultimi 15 anni, pari a metà della mia vita terrena, sono state rovinate dai tanti Silent Hill e Resident Evil i cui mostri, sono sicuro, trovano tuttora rifugio nel mio armadio. Eppure le infermiere del Lucca Comics turbano ancora i miei sogni erotici.




Vi amo. Vi inviterei a cena, ma l'ultima
volta avete tentato di mangiarmi.
Queste prime serate di calura me le sto rovinando giocando ad Alan Wake, un vero e proprio film horror che attinge a piene mani dalle opere e dalle atmosfere di Stephen King, colui che più di tutti ha turbato le mie notti estive di adolescente, rendendomele per questo ancora più dolci. 

Sono dunque io pazzo? qual è il perverso motivo che mi spinge a cercare senza sosta nuove fonti di orrore con cui tormentarmi? Qual è la logica depravata che spinge l'uomo a rifiutare la naturale inclinazione di ricerca del piacere e perseguire invece la ricerca della sofferenza? 

Ebbene numerosi ricercatori americani (che ho compreso essere i migliori al mondo dopo la pubblicazione di questo studio) hanno scientificamente dimostrato che i consumatori di prodotti horror-oriented sarebbero "felici di essere infelici", godendo delle proprie esperienze negative e traendone per contrasto delle forti sensazioni positive. 

In questi soggetti la paura è un'esperienza trascendentale che viene vissuta come tensione positiva, che fa sentire vivi e felici delle proprie reazioni istintive. 

Il survival-horror diventa allora il veicolo che ci fa evadere dall'orrore-vero delle nostre tediose esistenze quotidiane, e che ci conduce nell'orrore-fantastico di una nuova favolosa dimensione esistenziale. 

Quando si sceglie un horror, in realtà si cerca molto di più dell'esperienza in sé, si cerca una parte oscura racchiusa dentro noi stessi. Si sceglie l'horror perché si vuole possedere una nuova personalità, più interessante di quella banale che indossiamo tutti i giorni. 

Il videogame horror ci conduce per strade tenebrose, imbrattate di sangue, piene di pericolo e di mistero. Strade che portano in un mondo parallelo dove, protetti dal buio delle proprie stanze e illuminati solo dal monitor, innocui giocatori diventano eroi o, più spesso, assassini. 
Guardati  alle spalle, Carnby!

Ma questo è pur sempre un blog di videogiochi, e allora torniamo all'inizio della nostra indagine, quando ha avuto origine tutto ciò? Quando l'horror ha fatto il suo trionfale ingresso nel mondo videoludico? Sulle prime ho bofonchiato quattro parole: Alone in the Dark. Le avventure lovecraftiane dell'investigatore Carnby nella Lousiana degli anni '20 erano terrificanti. Bellissime, soprattutto se avevi una sound blaster. 

Ma sottoposto a dolorose sessioni di autoipnosi ho scavato ancora più a fondo nella mia memoria, per arrivare infine alla sorgente del terrore. Ancora oggi un brivido mi percorre quando sento la Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach, perché era il tema musicale all'inizio di Dark Castle, primo platform horror di tutti i tempi. Correva l'anno 1986.

E spesso ancora oggi, mentre mi abbandono nelle braccia di Morfeo, sussurro le ultime parole di Kurtz prima di spirare: "L'orrore.. l'orrore..", riferito a sé stesso e, specularmente, alle barbarie compiute in nome della civiltà tecnologica.

Nessun commento:

Posta un commento

AddThis

Ti potrebbero anche interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...